Gli incontri si tengono il venerdì alle ore 21.00 presso la sede del Gruppo in via Vecchio Bersaglio (Ex Macello) a Lodi. L’ingresso è libero e aperto a tutti.

Il programma può essere soggetto a modifiche per cause di forza maggiore.


Enrico Bedolo
nov
28

Enrico Bedolo

Magic and Loss

Attenzione: La serata si terrà presso il Museo Paolo Gorini di Lodi

Il progetto

Esiste una soglia impercettibile tra il visibile e l’invisibile, tra la presenza e l’assenza, un territorio di confine in cui la materia trattiene il tempo e la memoria si fa corpo. È in questo spazio sospeso che opera Paolo Gorini, matematico e scienziato, il cui lavoro non è solo un tentativo di conservazione, ma un gesto di resistenza contro l’oblio. Nel 1872, alla morte di Giuseppe Mazzini, applicò al suo corpo una delle sue più avanzate tecniche di pietrificazione, arrestando il processo di dissoluzione. Non più caducità, ma permanenza, un corpo sottratto alla fragilità della carne, trattenuto in un equilibrio incerto tra resistenza e scomparsa.

Le sue “pietrificazioni”, oggi custodite nel Museo dell’Ospedale Vecchio di Lodi, non sono semplici esperimenti scientifici, ma icone di un’umanità sospesa. Corpi che sembrano aver attraversato il limite della caducità senza oltrepassarlo del tutto, tracce tangibili di una presenza che sfida il tempo. È in questo dialogo con l’impermanenza che interviene la fotografia, con la stessa tensione verso ciò che sfugge, ciò che è fragile, eppure ancora percepibile. Attraverso la luce, i volti, gli sguardi, le mani di questi corpi pietrificati, riaffiorano con una delicatezza inattesa.

I lunghi capelli intrecciati di una donna, il viso assorto di un giovane uomo, il sorriso sospeso di una ragazza, frammenti minimi, eppure vibranti di una presenza che non si è del tutto spenta. La fotografia non si limita a registrare, ma si fa atto di cura, un tentativo di trattenere, di proteggere ciò che il tempo minaccia di cancellare. In questa tensione, la fotografia diventa il prolungamento della pietrificazione.

Se Gorini utilizzava la chimica per sottrarre i corpi alla decomposizione, la fotografia imprime la luce su una superficie sensibile, trasformando l’istante in persistenza. Entrambe le pratiche si confrontano con la vulnerabilità, raccontano il precario, l’instabile, l’evanescente. E nel loro tentativo di resistenza, rivelano la potenza di ciò che, pur destinato a dissolversi, trova un modo per restare.

L’autore

Enrico Bedolo nasce a Soncino (CR) nel 1975. La sua ricerca artistica indaga i vari aspetti del paesaggio attraverso l’uso di tecniche analogiche e digitali. Tra i sui progetti si segnalano Alfabeto delle Pianure, esposto in varie sedi tra cui il MAXXI a Roma, Life in File esposto a Bergamo, alla Daegu Photo Biennale 2014 in Corea del Sud e al Festival di Fotografia Europea a Reggio Emilia.

Nel 2010 è stato selezionato per il concorso Le cose e il paesaggio, indetto dal Distretto Culturale della Valle Camonica con Infinite Cose. Nel 2011 ha ricevuto il terzo premio al concorso fotografico Carlo Scarpa: uno sguardo contemporaneo con Pensare lo spazio.

Le sue fotografie sono pubblicate in vari libri tra cui Geografie, storie, paesaggi per un’Italia da cambiare, (Aracne Edizioni, 2013), Cosa intendiamo per/What do we by Food Valley? (Festival Architettura Edizioni, 2011) e in diverse riviste (ArtApp, Fotoit, Aggiornamenti Sociali, ARK).

Ha svolto progetti su commissione relativi ad indagini sul territorio per diverse istituzioni fra cui il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale e il Comune di Edolo (BS). Nel 2016 espone il progetto Cinque fotografie intorno ad un'autostrada, vincitore del primo premio al concorso europeo 50anni di Autostrada del Brennero. Realizza le fotografie per la Guida all’architettura di Bergamo 1907>2017 (Letteraventidue, 2018), esposte presso la GAMeC Galleria d’arte moderna e contemporanea a Bergamo.

Nel 2020 realizza In calce, esposto presso l’Associazione Seriatese Arti Visive e vincitore del premio New Post Photography nel 2023.

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Marco Gualazzini
nov
21

Marco Gualazzini

Dal Congo al torrente Parma

Marco Gualazzini nasce a Parma nel 1976, e inizia la sua carriera di fotografo nel 2004, con il quotidiano locale della sua città, la Gazzetta di Parma, I suoi lavori includono reportage fotografici sulla microfinanza in India, sulla libertà di espressione in Myanmar, sulla discriminazioni e resilienza delle comunità minoritarie in Pakistan.

Negli ultimi anni, oltre ad essersi occupato di temi sociali, ha coperto principalmente conflitti armati e crisi umanitarie nel continente Africano.

In collaborazione con Un_type Co-Creative Agency, ha realizzato il progetto It’s Rare for Me, dedicato alle storie di pazienti affetti da malattie rare.

Marco Gualazzini collabora con testate nazionali ed internazionali e i sui lavori sono stati pubblicati su The New York Times, GEO, Al-Jazeera, TIME magazine, LEspresso, Il Corriere della Sera, Internazionale, La Repubblica, The National Geographic America, Vanity Fair, CNN, SkyTv, Rai, InsideOver e molte altre.

Come videomaker ha ideato e partecipato alla realizzazione del documentario LoveBirds per la RAI, finalista all’IDFA e premiato per la migliore fotografia all’Al Jazeera Film Festival. Il documentario Mwavita è stato trasmesso su Sky TV ed è stato finalista al Premio Luchetta.

Gualazzini ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Getty Images Grant for Editorial Photography, il Marco Luchetta, il PDN e il World Press Photo per citarne alcuni.

Nel 2020, l'Istituto Italiano di Cultura di Dakar è stato inaugurato con una mostra personale del fotografo.

Nel 2022, in occasione della celebrazione dei cento anni dell'Istituto Italiano di Cultura di Praga, è stata allestita una seconda mostra personale di Gualazzini (i due istituti rappresentano rispettivamente il più giovane e il più antico dell’intera rete degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo, organismi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ).


Resilient edito da Contrasto nel 2018 è stato il suo primo libro, mentre nel 2024 ha pubblicato Il torrente Parma edito da Dario Cimorelli Editore.

Marco Gualazzini è docente di fotogiornalismo all’Università di Parma ed è rappresentato da:

Contrasto for editorial photography

Unsocials for commercial photography

Alessia Paladini Gallery for FineArt Prints

Eliofototecnica Barbieri for FineArt Prints

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Adriano Carafoli
giu
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Adriano Carafoli

Le industrie del ’900 a Melegnano

Nel volume "Le grandi fabbriche a Melegnano. Un ricordo sbiadito" del fotografo Adriano Carafoli rivivono le storie di Broggi Izar, Saronio e Monti&Martini, un complesso che dava lavoro a 3mila persone.

Adriano Carafoli si occupa di fotografia dai primi anni Settanta ed è fotografo professionista dal 1979. I settori d’intervento sono quelli legati alla produzione industriale, allo still-life e all’architettura. Parallelamente, si occupa di fotografia legata all’ambiente urbano ed alle sue correlazioni architetturali ed umane. Sensibile al patrimonio storico-artistico che ci circonda, ha documentato molti dei beni artistici della zona in cui vivo. Le immagini ottenute sono state pubblicate in volumi e calendari. Inoltre, ha collaborato con la Provincia di Milano al progetto “L’Archivio dello Spazio” curato da Achille Sacconi e al volume “Il Parco Agricolo Sud Milano” con testi di Gianni Beltrame. Per la V Biennale internazionale di Fotografia di Torino, Mediterranea, nell’ambito dei progetti speciali, ha partecipato alla campagna fotografica dal titolo “Fin dove cresce l’olivo”. Per alcuni anni ha realizzato immagini aeree con la collaborazione dell’amico pilota Riccardo Spadaccini. Dal 2014 si è avvicinato al video ed ha realizzato alcuni documentari e vari time lapse pubblicati in rete.

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Roberta Chiesa
mag
23

Roberta Chiesa

Foto al servizio dell'editoria

Anche nella contemporaneità digitale nella quale siamo immersi, la fotografia rimane una forma di comunicazione molto diretta e di immediata lettura ed ha l'affascinante stretto legame con la testimonianza visiva.
L'approccio documentaristico permette la narrazione visiva di una tematica, sia essa una storia privata di famiglia nella sua quotidianità oppure quella di un'azienda per la comunicazione alla clientela.
Il motore della ricerca di Roberta Chiesa in questo ambito è la relazione che si instaura con il soggetto per poter comprendere la realtà che si ha di fronte e svilupparne il progetto di rappresentazione fotografica.

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Laura Ferrari
mag
16

Laura Ferrari

Falsa realtà, vera finzione

Il teatro è come una camera oscura in cui prende forma, dal buio, un racconto per immagini. In questo mondo Laura Ferrari ha iniziato il suo percorso professionale, specializzandosi in fotografia di scena e performing arts e collaborando dal 2008 con i principali teatri d’opera e prosa italiani, dal Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, all’Opera di Roma, oltre che con festival e produzioni internazionali; ha lavorato per artisti come Marina Abramovič, Bob Wilson, Roberto Bolle.

Riproduzione di opere d’arte e ritratto sono altri ambiti collaterali della sua produzione fotografica, paralleli all’esperienza teatrale.

È docente Afam di elaborazione digitale per i corsi Multimedia e Allestimento scenico dell’Accademia Teatro alla Scala e consulente di applicazioni Adobe per gli archivi fotografico e musicale del Teatro alla Scala, ed è tra i fondatori della casa di produzione video Nekofilm, dove ricopre il ruolo di direttrice della fotografia e colorist.

In questo incontro verrà illustrato il ruolo del fotografo di scena affrontando il tema dal punto di vista tecnico, interpretativo e professionale attraverso immagini di danza, prosa, opera lirica, ritratto, performance, backstage; si parlerà del rapporto tra teatro e arti figurative e di come le immagini di ambito teatrale sconfinino nei campi dell’architettura, del ritratto, del reportage e della ricerca; si proporrà infine una riflessione sull’etica di un lavoro che viene ancora percepito come estemporaneo e amatoriale e che richiede invece competenze molto specifiche.

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Giovanni Canova
mag
9

Giovanni Canova

Giovanni Canova (Feltre 1944) ha insegnato Lingua e letteratura araba e Islamistica a Ca’ Foscari di Venezia e all’Orientale di Napoli (1971-2014). Ha effettuato ricerche in Egitto, Tunisia, Siria, Yemen e Oman. Argomenti principali di indagine: poesia epica di tradizione orale, leggende religiose islamiche, credenze relative agli animali, fiabe, epigrafia e arti del libro islamico. La ricerca sul terreno è stata accompagnata da riprese fotografiche su pellicola, super8, registrazione audio (su nastro magnetico), con la realizzazione del disco fonografico Egitto 1, epica (1980), dei documentari La Tradizione dell’Alto Egitto (1998), Il sama‘ dei dervisci mevlevi nella Sama‘khana del Cairo (2005), Canti e danze yemenite (2019), Canto epico arabo (2019), e delle mostre fotografiche Sguardi dell’Alto Egitto (1978-1982) e Yemen, vita di villaggio 1982-1986 accompagnate dai relativi cataloghi.

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Andrea Zampatti
apr
4

Andrea Zampatti

Wildlife photography

Salvatico era l’aggettivo rinascimentale per selvatico, ossia non coltivato, non addomesticato, ricoperto da selve, ma è quella “a” al posto della “e” che cambia tutto, e lo trasforma in salvifico.

Diventa così un cammino, un viaggio, che porta alla salvezza, del cuore e dell’anima.

Ma camminare nella Natura vuol dire soprattutto saperla ascoltare, muoversi in punta di piedi, fermandosi e assaporando i suoi silenzi.

Silenzio che non è quasi mai assoluto, ma più uno stato d’animo che possiamo provare solo quando siamo totalmente immersi in essa.

Un viaggio, che parte dalle montagne d’Italia fino a raggiungere le sconfinate foreste del Grande Nord del Mondo, in quella Natura sofferente che altro non è che la nostra Natura, quella di essere parte del tutto.

Un viaggio attorno a noi e dentro di noi, un Cammino salvatico.

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Claudio Manenti
mar
21

Claudio Manenti

Lavoratori Milanesi

In questa serata Claudio Manenti presenterà il suo ultimo libro "“Lavoratori Milanesi”, un'indagine fotografica su come cambia il mondo del lavoro, in tutte le sue sfaccettature cittadine.

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Erika Pezzoli
mar
7

Erika Pezzoli

Artemis

Erika è una giovane fotografa di Crema, da tempo si dedica al fotogiornalismo e ci parla di storie. Storie di donne, di ragazzi, di vita quotidiana. Presenta “Artemis”, dea della caccia, della foresta, degli animali selvatici, delle iniziazioni femminili e della luna.

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Emanuele Broli
feb
21

Emanuele Broli

Dieci anni di paraolimpiadi, dal 2006 al 2016

Nel 2006 nessuno parlava di Paralimpiadi. Già si parlava poco di disabilità. Figuriamoci pensare ad un disabile che si permetteva di mostrarsi. E di mostrarsi durante un evento sportivo. Ma i giochi, iniziati informalmente nel 1948 e diventati ufficiali nel 1960, erano presenti. E nel 2006 le Olimpiadi invernali  (e quindi successivamente le Paralimpiadi) si svolgevano a Torino. Dalla città sabauda inizia la storia raccontata in questa serata. Attraverso cinque edizioni dei giochi. Torino, Pechino, Vancouver, Londra e Rio de Janeiro. Fino a quando sono state riconosciute anche mediatamente (2012) e mostrare la propria disabilità nello sport è diventato un po’ meno uno stigma sociale.

Da Londra le cose sono cambiate. Oggi i giochi sono seguiti da quasi tutte le televisioni mondiali dando ampio spazio all’evento. Le giovani generazioni non riconoscono in questi giochi lo stesso stigma sociale che era presente prima. 

Quanto verrà presentato sarà quindi sì una serata dedicata allo sport, ma ad uno sport con una declinazione differente e più sociale. Uno sport fatto prima di tutto per partecipare, perchè la partecipazione è già una vittoria. Una vittoria contro sé stessi e contro la malattia per il riconoscimento del proprio io e della propria presenza nella società.


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Sergio Ferri
feb
7

Sergio Ferri

Terre Alte

Sergio Ferri è un fotografo professionista e fondatore di Effetrefotostudio a Piacenza. In qualità di fotografo documentarista, si occupa soprattutto di paesaggio urbano e problematiche sociali. Tra i suoi lavori: “Luoghi e non-luoghi”, “Storie di ordinaria integrazione”, “Storie e immagini del campo nomadi di Piacenza”, “Il lavoro non dorme mai”, “Appennino: le storie i volti”, “I love you, I hate you”.

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Roberto Rognoni
gen
24

Roberto Rognoni

Ancora mi sorprendo

Il libro “Ancora mi sorprendo” rappresenta una raccolta antologica del suo lavoro, un viaggio nella sua evoluzione artistica e poetica. È stato pubblicato nel 2024 nella Collana monografica della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) nel formato di 22x22 centimetri, composto da 170 pagine con 130 fotografie, di cui più di due terzi a colori, con un’impaginazione dinamica e molto gradevole, e una stampa ben curata. Il libro è diviso in dieci “portfolio”, ognuno con una breve introduzione, a cui si aggiungono dieci collegamenti ipertestuali per altrettanti audiovisivi. Rognoni si è avvalso per l’editing della collaborazione di Leonello Bertolucci.

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